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Eliana Di Caro 06 settembre 2012
L'esultanza dei separatisti del Québec per una vittoria attesa da nove
anni è durata poco, macchiata dal sangue: un uomo ha aperto il fuoco nel
teatro di Montreal in cui stava parlando Pauline Marois, la leader del
Parti Québécois che ha conquistato il successo, pur risicato, nelle
elezioni legislative. Sarà la prima donna alla guida del Governo nella
provincia francofona canadese. La Marois, 63 anni, è rimasta illesa,
precipitosamente portata fuori dalle guardie del corpo, un uomo è morto e
un altro è stato gravemente ferito. L'attentatore è stato arrestato.
Quando l'hanno bloccato ha urlato in francese ma con un forte accento
inglese: «Gli inglesi si stanno svegliando». Se fosse confermata la
pista politica, l'episodio potrebbe creare una tensione sinora estranea
alle due comunità canadesi.
L'episodio ha appannato il risultato elettorale, che ha assegnato 54
seggi sui 125 dell'Assemblea nazionale agli indipendentisti, solo 4 più
che ai liberali ma abbastanza da decretare la premiership. Buona, anche
se inferiore alle aspettative, l'affermazione del Caq (Coalition Avenir
Québec), una formazione di destra nata appena un anno fa, che si
definisce nazionalista ma si oppone alla secessione: ha ottenuto 19
seggi. L'affluenza è stata molto alta, del 75% rispetto al 57% del 2008.
I precedenti Governi del Pq avevano lanciato due volte il referendum per
la separazione della provincia, dove oltre l'80% dei 7,8 milioni di
abitanti parla francese (lingua ufficiale), ma sia nel 1980 sia nel 1995
le consultazioni avevano bocciato la proposta separatista. Nel 2006 il
Parlamento canadese ha approvato una mozione simbolica che riconosce il
Québec come «una nazione all'interno del Canada unito». Eppure negli
ultimi tempi il tema separatista non sembra al centro dell'interesse
della gente: in un sondaggio dei giorni scorsi solo il 28% degli
interpellati ha dichiarato di aspirare alla secessione. Ora la Marois,
che guiderà un Governo di minoranza, dovrà decidere come muoversi. Le
sue prime parole sono state caute: «Il Québec ha scelto e noi
rispetteremo questa scelta, governando con tutti gli altri partiti.
Siamo qui per servire i cittadini, e sono convinta che su questa base
possiamo trovare il compromesso necessario per assicurare allo Stato una
guida appropriata».
Quando è entrato in azione l'attentatore, intorno a mezzanotte, nel
Metropolis, la Marois stava proprio promettendo agli elettori che la
provincia «un giorno sarà un Paese sovrano». Dopo la fuga del killer, e
il suo arresto, la Marois è rientrata in sala ma ha concluso rapidamente
il discorso e poi ha chiesto ai sostenitori, circa 2mila, di lasciare
lentamente il teatro.
Il primo test importante per il nuovo Governo sarà il budget,
tradizionalmente presentato a marzo. Un appuntamento cruciale se si
considera il debito da 186 miliardi di dollari che schiaccia il Québec
(il più alto delle 10 province del Canada), dove l'anno scorso si sono
susseguite manifestazioni studentesche, alcune delle quali anche
violente, contro il piano del Governo liberale di alzare le tasse
universitarie. Piano che la Marois intende cancellare, puntando a far
cassa attraverso un incremento delle royalties sulle miniere e alzando
le tasse per i redditi alti, a partire da coloro che guadagnano 130mila
dollari all'anno. Certo, il premier avrà bisogno dei voti
dell'opposizione e potrebbe dover ritoccare il programma economico del
Pq. Certamente l'aiuterà la sua consumata esperienza: calca la scena
politica sin dal 1981.
eliana.dicaro@ilsole24ore.com
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